mercoledì 12 settembre 2012

Il Tempio di Giumenta: esastilo, periptero, velociraptor, tyrannosaurus


Il tempio di Giumenta è un tempio greco che sorge sul lato orientale del ciglione roccioso posto a baluardo dell’antica città di Akragas. E' eretto, nell'angolo sud-est della Valle dei Templi, a 120 metri sul livello del mare.
Fu costruito intorno al 450 a.C., millennio in più, millennio in meno.
L’edificio è noto al volgo come tempio di Hera Lacinia o anche come tempio di Giunone (dal nome romano della dea) raccomandata moglie di Zeus-Giove, il sovrano assoluto dell’Olimpo. Ma dopo la pubblicazione dell’opera omnia “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”, la sacra costruzione è individuata come Tempio di Giumenta, detta Putthanones. Nel libro di Raimondo Moncada, si parla con chiarezza e con dovizia di particolari del ritrovamento di una statua di donna, un gran pezzo di marmo con una sibillina iscrizione: “Putthanones di nomen e di factus”. È con certezza scientifica la statua di Giumenta, il mito che all'interno della propria sacra dimora ricevette l’intiera umanità senza alcun invito e ballando il meneito.
Tra gli stili dorico, corinzio, ionico, fonico, antico, contemporaneo in cemento armato depotenziato disarmato, i greci preferirono il primo. Scelsero come materiale costruttivo il tufo arenario, materiale consistente che ha resistito già due millenni e mezzo, a differenza del celebrato cemento armato depotenziato degli edifici moderni chiusi dopo trent’anni per eccesso di sabbia arenaria.
Il Tempio di Giumenta è periptero, velociraptor, tyrannosaurus, esastilo, esausto. Ha 6 colonne sui lati corti e 13 sui fianchi, alte 6 metri e 44 centimetri, metro più metro meno.
È a pianta rettangolare con il lato maggiore di 38 metri e 15 centimetri e il lato minore di 16 metri e 90 centimetri. Per le misure della diagonale, si rimanda allo studio della geometria. 
L'interno del tempio è costituito da un naos a caos, senza colonnato interno, dotato di pronao e opistodomo con maggiordomo.
Si conserva il colonnato settentrionale con l'epistilio e parte del fregio. Tutto il resto è stato sfregiato. L'edificio è stato ricostruito con anastilosi a partire dal Settecento. Nel tempio si notano delle macchie di colore rosso. Sono state causate da un incendio. Forse un esercito di donne ignorate dagli uomini per invidia di Giumenta hanno tentato di arderla viva. Giumenta, tutta infuocata, non sentì nulla. Dalle vicine caserme dei Vigili del Fuoco non arrivò alcun automezzo. Tutti i pompieri in servizio, erano in fila per conferire con lei. Non si accorsero di nulla perché erano pure loro accalorati.

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